Storia fotografica della BRIGATA ALPINA TAURINENSE 60° 1952 – 2012
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Dalle Alpi alle vette dell’Afghanistan, la Brigata Alpina ‘Taurinense’ celebra sessant’anni di storia dalla costituzione ad oggi, raccontati in un ricco volume fotografico di 192 pagine a colori con testi di Gianni Oliva. Oltre cinquecento immagini degli archivi della ‘Taurinense’ propongono un viaggio attraverso sei decenni al servizio del Paese, passando per la vita in montagna, le esercitazioni NATO in Norvegia e le missioni in Mozambico, nei Balcani e in Afghanistan con le testimonianza dei protagonisti, tra i quali alcune celebrità come Giampiero Boniperti, Giorgetto Giugiaro e Luca Mercalli.
Il 16 aprile 1952 il Generale Angelo Corrado assume il comando della Brigata alpina ‘Taurinense’. Nel suo saluto di investitura, il generale dice però le cose necessarie: in primo luogo, egli ricorda i caduti delle Divisioni ‘Cuneense’ e ‘Taurinense’, stabilendo un legame di continuità ideale con l’esperienza di cui la nuova Brigata è erede; in secondo luogo, fa appello alla “nostra tenacia” e alla “nostra perseveranza” per superare le difficoltà, richiamando i valori morali fondanti dell’identità alpina; in terzo luogo, cita le Brigate “consorelle Julia e Tridentina”, proiettando la nuova unità nel progetto complessivo di rifondazione dell’esercito Italiano. Il battesimo della rinata ‘Taurinense’ non potrebbe avere un ordine del giorno più “alpino”.

Descrizione
Nello spazio di qualche mese la ‘Taurinense’ passa dalla silenziosa ricostituzione all’onore della prima pagina della ‘Domenica del Corriere’, è evidente che la Brigata riflette una storia di tradizione antica: lo dimostrano, d’altra parte, i nomi dei suoi originari quattro battaglioni riuniti nel 4° reggimento alpini, ‘Saluzzo’, ‘Aosta’, ‘Mondovì’ e ‘Susa’, gravidi di memorie legate alle due guerre mondiali; e i nomi altrettanto conosciuti dei gruppi di artiglieria riuniti nel 1° reggimento artiglieria da montagna, ‘Aosta’, ‘Pinerolo’, ‘Susa’.
Passano gli anni, mutano gli scenari, ma la storia degli Alpini e della ‘Taurinense’ continuano, forti di esperienza, di tradizione e di quello “spirito di corpo” che un secolo fa faceva scrivere a Cesare Battisti “l’Alpino, meno di altri soldati, si sente solo”.
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